Il Sinodo in parrocchia/2: all’Assunzione il cammino parte dall’ascolto

Al Lingotto due incontri formativi per imparare a relazionarsi e a sognare

Protagonista l’ascolto. Questo il punto di partenza che la parrocchia Assunzione di Maria Vergine a Lingotto ha scelto per affrontare il cammino sinodale. Ascolto assunto come azione da approfondire e sulla quale formarsi, prima di concretizzarla nei gruppi sinodali.

«Siamo partiti lo scorso anno con un certo entusiasmo», sottolinea il parroco don Geppe Coha, «coinvolgendo anzitutto il Consiglio Pastorale Parrocchiale affinché i suoi membri possano poi diventare animatori dei gruppi sinodali che si attiveranno. Tra ottobre e novembre abbiamo in particolare organizzato due incontri con la consapevolezza che il mettersi in ascolto dell’altro che il Sinodo ci chiede non è semplice, non basta affermare di farlo, bisogna formarsi. Per questo abbiamo coinvolto un esperto, Diego Cravero, educatore, counselor pastorale, che ci ha guidati ad approfondire il tema e a verificare la nostra idea di ascolto».

Ecco dunque che nei due appuntamenti il Consiglio Parrocchiale «allargato anche ad altre persone che sono attive nella comunità e che saranno coinvolte nel percorso sinodale» ha anzitutto riscoperto l’ascolto come «relazione»: una modalità di reciprocità che ha anche evidenziato come «senza mai mettersi in ascolto dell’altro alla fine in realtà non ci si conosca, pur collaborando insieme…». «Si vive fianco a fianco nella stessa comunità, ma tante volte non si sanno nemmeno tutti i nomi…». «Non c’è mai stato un momento per sentirsi dire dall’altro chi è e cosa fa…».

Queste constatazioni diventano dunque importanti per un successivo passaggio che è stato quello affrontato nel secondo incontro, in cui si è parlato della «Appreciative Inquiry », «lndagine Elogiativa», tecnica che punta sugli stati positivi, sulla valorizzazione di ciò che produce gratificazione e soddisfazione nelle persone e che rileva come il cambiamento sia spesso bloccato da paure, timori, pregiudizi negativi, mentre venga favorito dall’entusiasmo, dalla soddisfazione, dal gusto della scoperta e dal piacere di esplorare cose nuove. «A piccoli gruppi abbiamo iniziato così a partire dalle cose belle, dalle esperienze positive vissute e poi dal ‘sognare’ le cose che vorremmo».

«Nel nostro programma», prosegue don Coha, «avremmo dovuto ritrovarci lo scorso sabato per una intera giornata dedicata a mettere a frutto i primi due incontri affrontando le prime domande proposte dal Sinodo, ma a causa dell’evolversi della pandemia abbiamo preferito rimandare. Si tratta infatti di un tipo di lavoro e di incontri che non si adatta ai collegamenti on line…». Una pausa, ma intanto sedimentano già le prime riflessioni come il rapporto con il passato che ritorna spesso nei «sogni per il futuro» e che va gestito senza attaccamento o ripiegamento, ma cogliendone il buono e il bello.

«Dal lavoro fatto», conclude, «sono emersi tanti aspetti positivi della vita della comunità e già anche qualche sogno come quello di rispondere alla solitudine degli anziani, alla povertà e mancanza di relazioni, di rendere l’edificio chiesa sempre più accessibile come segno di una apertura anche dei suoi gruppi nei confronti di chi si avvicina alle realtà parrocchiali». Primi piccoli passi che, come sottolineato dal Documento preparatorio, dove più volte viene richiamata l’attenzione ai «passi da compiere», dovrebbero caratterizzare con gradualità tutto il cammino Sinodale.

Federica BELLO da «La Voce E il Tempo» del 23 gennaio 2022

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