Giovedì 𝟭𝟴 𝗱𝗶𝗰𝗲𝗺𝗯𝗿𝗲 2025, in Arcivescovado a Torino, il card. Roberto Repole, arcivescovo di Torino e vescovo di Susa, ha incontrato giornalisti e operatori dei mass media per il tradizionale augurio di Natale a loro e alla città.
Al cuore dell’intervento del cardinale la dignità inalienabile di ogni singolo uomo, una verità connaturata alla tradizione cristiana e legata proprio alla nascita del Figlio di Dio. «Penso che sarebbe bello se, cristiani e non cristiani, vivessimo il Natale all’insegna di questa domanda, che è una domanda aperta, perché in fondo è posta sul cuore delle nostre libertà: vogliamo continuare ad essere un mondo in cui ogni uomo, per il fatto stesso che è uomo, ha una dignità inalienabile? Oppure vogliamo diventare qualcos’altro?».
Per aiutare la riflessione l’arcivescovo ha fatto un breve excursus storico su uno dei Padri del pensiero e della teologia cristiana, Gregorio di Nazianzo, che nel IV d.C. ebbe una intuizione profonda, per certi versi rivoluzionaria. «In tutta la tradizione antica», ha spiegato il card. Repole, «quando si parlava dell’uomo, si diceva che era un microcosmo, cioè un mondo in piccolo, rappresentante – potremmo dire – di tutta la realtà che esiste nel mondo. Gregorio di Nazianzo ribalta la visione: l’uomo non è un microcosmo ma è, nel piccolo, il grande mondo; è qualcuno che trascende il mondo da tutte le parti. Ed è interessante che [Gregorio di Nazianzio] dica questo nel giorno di Natale, perché evidentemente è la luce della nascita del Figlio di Dio che si fa uomo a illuminare la realtà dell’uomo e a farne cogliere la grandissima dignità». Da lì in poi, ha aggiunto l’arcivescovo, questo tema diventerà nel Cristianesimo un tema centrale: la dignità di ogni singolo uomo è data dal fatto che il Figlio di Dio è venuto a incontrare l’uomo facendosi anche Egli uomo, è data dal fatto che l’uomo stesso è capace di Dio.
«Perché vi ho fatto fare questo salto temporale?», ha proseguito il card. Repole. «Perché mi sono detto che molto spesso nei nostri ambienti si è propensi a vedere le cose che non vanno, a vedere le deturpazioni dell’umano – ed è giusto – ma non ci deve sfuggire il fatto che a tutt’oggi, anche a motivo di Cristo e del Natale di Gesù Cristo, ci sono ancora tantissime dimensioni della nostra vita che risentono della capacità che abbiamo di dare dignità, non soltanto all’uomo in generale, ma ad ogni singolo uomo».
E, a titolo di esempio, ha citato gli operatori sanitari «che curano i malati con una passione e con una generosità che il loro stipendio non ripaga. Mi sembra qualcosa che, soprattutto oggi, dovremmo riconoscere, per poterlo custodire». La stessa riflessione vale per le centinaia di volontari che ogni giorno, come al rifugio Massi in Val Susa, «prestano servizio col loro volontariato per permettere che delle persone vengano a trovare rifugio anche soltanto dal freddo, superando ogni forma di discriminazione, ma anche ogni forma di disprezzo dell’uomo, che a volte c’è». E, ancora, gli insegnanti, «preziosi per la trasmissione non soltanto di un sapere, ma in qualche modo di una civiltà, anche se spesso lo stipendio non è certamente all’altezza della decisività del loro lavoro». E gli imprenditori come certi piccoli industriali di Torino, che sono ancora capaci di praticare un’economia umana, «una realtà che invece a volte ci appare destinata ad essere inumana».
In chiusura, il pensiero ai parroci: «Ci sono ancora tanti preti, uomini fragili, come siamo tutti, che però spendono con generosità non soltanto del tempo, ma addirittura hanno deposto in qualche modo la vita perché ci possa essere la cura della dignità inalienabile di ogni uomo nel nome del Figlio di Dio che si è fatto uomo. Se non ci fossero le parrocchie, con i preti e tutte le persone che volontariamente offrono dei servizi, penso che la nostra città imploderebbe».
«Ecco», ha concluso l’arcivescovo, «volevo condividere con voi questi pensieri, sperando che ci aiutino a cogliere che anche i sentimenti di bontà, che un pochino tutti, per fortuna, a Natale respiriamo, non sono semplicemente un tocco di magia posto su un mondo, a volte, troppo affaticato, ma sono forse il residuo di qualcosa di bello e di profondo che ci viene dal Natale».
A QUESTO LINK LA TRASCRIZIONE INTEGRALE DEGLI AUGURI DEL CARD. REPOLE
È seguita una breve comunicazione del cardinale relativa alle nuove nomine – valide per le due diocesi di Torino e Susa – dell’economo dott. Alessandro Brunatti e della referente di Caritas dott. Elide Nisi. In chiusura lo scambio tra l’Arcivescovo e i giornalisti su alcune tematiche cruciali per la vita della Città e della Chiesa locale: la crisi dei giornali, le difficoltà delle nuove generazioni, il carcere, il riassetto delle comunità parrocchiali, la “messa a terra” del documento finale del cammino sinodale.
Qui di seguito il VIDEOPLAYER con la registrazione dell’augurio del card. Repole alla città e agli operatori dei media:

