«La legge è fatta per l’uomo e non l’uomo per la legge», mons. Nosiglia sulla vicenda di Beauty

Sabato 7 aprile 2018 alle 9 alla Consolata l'Arcivescovo presiede le esequie della donna nigeriana incinta respinta alla frontiera

Sulle colonne del settimanale diocesano «La Voce E il Tempo» l’Arcivescovo di Torino ha commentato la vicenda di Beauty, la donna nigeriana incinta, malata di una grave forma di linfoma, respinta alla frontiera di Bardonecchia dalle autorità francesi (cfr. testo in calce). Beauty è morta giovedì 23 marzo 2018 all’ospedale Sant’Anna di Torino, dopo che i medici hanno fatto venire alla luce il suo bambino Israel.

I funerali, presieduti dall’Arcivescovo, si terranno sabato 7 aprile 2018 alle 9 nel Santuario della Consolata «dedicato alla Vergine, che era madre come Beauty» (testo dell’omelia nella sez. Documenti del sito). Mons. Nosiglia ha inoltre reso noto che, per la sepoltura della salma, la Fondazione dell’Opera Pia Barolo, di cui è presidente, si è attivata nei giorni scorsi per mettere a disposizione la cappella dell’Opera Pia al cimitero monumentale di Torino: «Vorremmo trasformare quella cappella in un luogo di sepoltura per gli ultimi tra gli ultimi, come Beauty», ha detto mons. Nosiglia. «Ora che i corpi della famiglia Barolo sono stati trasferiti nella chiesa di Santa Giulia, abbiamo sei loculi disponibili e vorremmo che fossero destinati a queste persone».

Nel frattempo la Curia si è fatta carico di ospitare il papà del piccolo Israel, Destiny, che dal 27 marzo dorme nei locali dell’Episcopato, in via Arcivescovado. L’Arcivescovo ha tenuto comunque a sottolineare che si è attivata subito un’ampia rete di solidarietà, con offerte anche da parte di privati, per dare un futuro a Destiny e Israel: «Questa disponibilità e queste opere sono segno di una città accogliente, che si distingue per la sua generosità; anche per questo sono fiero di esserne cittadino e pastore».

 Qui di seguito la riflessione di mons. Nosiglia riportata su «La Voce E il Tempo» del 1° aprile 2018.

«La fine della signora Beauty respinta alla frontiera francese, una mamma che ha dato poi alla luce il suo bambino, sfida la nostra umanità e ci richiama ad un mondo di valori fondamentali che non possiamo e non vogliamo dimenticare: l’accoglienza della vita, l’accoglienza di chi bussa alla nostra porta in cerca di aiuto.

Questo dramma segnala ancora una volta la sorte di tanti immigrati che affrontano sacrifici e prove molto dure e ingiuste e a volte ai limiti della sopravvivenza per giungere nel nostro Paese e desiderano per motivi familiari recarsi in Francia o in un altro paese europeo. Questa vicenda, tuttavia, data la condizione particolare che stava vivendo questa donna è ancora più dolorosa e ha una sua gravità che lascia attoniti. Qui si trattava di considerare dal punto di vita umano anzitutto, prima che di ogni altra ragione, il suo stato di donna incinta e dunque bisognosa di particolare attenzione e accoglienza.

Purtroppo nel nostro mondo, che ci piace pensare civile e progredito, quello che manca spesso è proprio l’attenzione ad ogni singola persona e non solo alle sue richieste che appaiono non confacenti alle norme. Dice il Signore che il sabato è fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato: significa che la legge è fatta per l’uomo e non l’uomo per la legge.

Mentre preghiamo per Beauty perché il Signore l’accolga nel suo Regno di pace, chiediamo anche che il suo bambino Israel possa riconoscere un giorno quale sacrificio ha compiuto sua madre per assicurarle comunque la vita. E che il piccolo e suo padre possano essere accolti come fratelli e come cittadini nella nostra comunità e abbiamo tutto quel sostegno necessario alla loro vita e al loro futuro.

­Mons. Cesare Nosiglia

arcivescovo di Torino»

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