La nostra Quaresima: sobrietà e giustizia

Il messaggio dell’Arcivescovo. Un momento difficile per il nostro territorio

Carissimi,
con l’austero rito delle Ceneri inizia il periodo più santo dell’anno: la Quaresima, che, alla sequela di Gesù, ci invita a rinnovare l’itinerario battesimale di morte e di risurrezione, per predisporci a vivere la Pasqua del Signore con cuore rinnovato dalla penitenza e dalla carità.
Si tratta di un tempo caratterizzato da tre aspetti che la Chiesa non si stanca di ricordarci: un rinnovato ascolto della Parola, per convertirci al Signore e purificare il cuore dal peccato; un tempo prolungato per la preghiera, personale, familiare e comunitaria; la pratica del digiuno che sostiene gesti di solidarietà e di distacco dai beni materiali allo scopo di renderci disponibili ad una vita fraterna e di attenzione ai poveri.
 
Dentro la crisi
Quest’anno la Quaresima coincide con un momento di particolare difficoltà per molti nostri fratelli e sorelle. La pesante crisi internazionale che ha colpito l’economia sta facendo sentire le sue ripercussioni: molti lavoratori vedono a rischio il proprio lavoro ed incerto il futuro; le famiglie cominciano ad essere in affanno nel far fronte alle innumerevoli esigenze della vita quotidiana; i giovani non riescono a guardare con fiducia ad un futuro che sembra sempre meno accogliente nei loro confronti; e non mancano anche dei segnali di insofferenza verso quanti sono venuti da lontano in cerca di lavoro e sono ora trattati come potenziali e sgraditi concorrenti.
Tutti aspetti che non possono non toccare il cuore dei credenti, chiamati a scoprire nelle contingenze della storia i segni del progetto di Dio per collaborare con lui alla costruzione di un mondo più giusto e fraterno.
 
«Ecco il tempo favorevole, ecco il tempo della salvezza». Queste parole con le quali la Liturgia apre la Quaresima, possono farci da guida ed essere per noi fonte di ispirazione. Questo tempo difficile, e per molti doloroso, può trasformarsi infatti, se illuminato dalla Parola del Signore, in una preziosa opportunità per intraprendere cammini di fraternità e costruire percorsi di autentica solidarietà, in modo particolare con i più poveri.
La lotta alla povertà ha bisogno di uomini e donne che vivano la fraternità e siano capaci di accompagnare persone, famiglie e comunità in percorsi di autentico sviluppo umano e spirituale. Può essere inoltre una preziosa opportunità per rendere gli stili di vita più sobri ed equi nell’uso dei beni e dei soldi, cambiare i modelli di produzione e di consumo e un certo costume che tende a evadere le tasse, in campo pubblico, e la legalità e giustizia dovute, nei rapporti mercantili e commerciali. In una parola, può diventare l’offerta di una possibilità per cominciare ad immaginare e costruire un mondo che tenga conto di «tutto l’uomo» e di «tutti» gli uomini e in cui il bene comune sia perseguito anche con sacrificio personale.
 
Col Terzo mondo
Mentre incoraggio la campagna annuale della «Quaresima di fraternità» che ci apre ai più poveri in una dimensione internazionale, invito la Caritas, Migrantes, le realtà vincenziane, l’Ufficio di pastorale sociale e del lavoro e ogni altra componente dell’impegno sociale in Diocesi ad accompagnare le comunità a rendere sempre più coraggioso il loro quotidiano impegno di porre segni concreti di solidarietà e vicinanza, in particolare verso le famiglie in difficoltà, chi ha perso il lavoro e chi lo cerca senza esito.
 
In particolare, ci si attivi per il problema della casa, che sta diventando un fattore di importante preoccupazione per tante famiglie in grave ritardo con il pagamento dell’affitto o del mutuo o soggette a sfratto. Si tratta anche di non tenere vuoti appartamenti anche piccoli o strutture che potrebbero essere messe a disposizione di tali famiglie, così da dare loro la possibilità di superare questo momento e trovare un po’ di sicurezza almeno per quest’anno in corso. È questo un investimento che non dà un reddito materiale, ma che ne dà uno ben più grande e fecondo, per chi lo compie, di ordine spirituale e morale. Dio infatti non si lascia mai vincere in generosità.
La richiesta di perdono al Signore, anche con la celebrazione del sacramento della Riconciliazione, si accompagni all’impegno di compiere gesti di amore condiviso e mirato a persone, famiglie e situazioni concrete di cui si viene a conoscenza.
 
Ricco di frutti
A tutti rivolgo l’invito ad una Quaresima di forte spiritualità, ricca di preghiera e di ascolto della Parola di Dio e di solidarietà, memori delle parole dell’apostolo Paolo: «Conoscete, infatti, la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà» (2Cor 8,9). Sarà allora un tempo veramente ricco di frutti, che farà delle nostre comunità delle autentiche «case e scuole di comunione», testimoni del Vangelo della risurrezione del Signore.
Che il Signore accompagni il nostro cammino.
Mons. Cesare NOSIGLIA
Arcivescovo di Torino
 
condividi su