La storia e la realtà di una comunità le sfide future di Chieri e il territorio

Un territorio che si affaccia, in un affresco affascinante tra città e collina: l’orizzonte si perde tra la metropoli in fondo alla valle e la campagna che anticipa la cittadina di Chieri. L’antica Carreo (o Carrium o Carreum) era oppido della IX regione augustea (Liguria). La denominazione Potentia (Plinio, Nat. Hist., III, 49) accenna a una fondazione romana, a scopo forse militare, della fine del sec. II a. C., quando tutta la regione del Monferrato fino al Po fu attribuita alla tribù romana Pollia. È incerto se la fondazione romana si sia sovrapposta o no alla precedente ligure. Un’iscrizione urbana attesta la persistenza dell’antico nome durante l’Impero. Posta nel comitato torinese, Chieri nel Medioevo fu feudataria di nove delle terre circonvicine.

Prima del 1000 era sotto la signoria del vescovo torinese, che l’infeudava a varie famiglie di visconti di Torino o di signori d’Arignano, di Cambiano e di Ceresole, che – uniti tutti insieme – costituivano il comune signorile di Chieri. All’epoca della calata del Barbarossa Chieri fu dal vescovo di Torino infeudata nel 1158 al conte Guido di Biandrate, col quale vennero in Chieri e furono infeudati di parte della sua signoria i Biscaretti, i Bosio, i Buschetti, e nel sec. XIII vennero altre 13 famiglie. Della provincia di Torino, Chieri e il chierese sono situati sulle ultime propaggini meridionali delle colline di Torino, che formano attorno all’abitato un semicerchio di amene alture coperte di vigneti. La strada che da Asti per Riva e Chieri conduce a Torino divide la città in due parti: sulla destra si trova la città alta sulla sinistra la bassa, che si allarga sempre più verso la stazione della ferrovia Chieri-Torino. Nel 1363 la popolazione di Chieri (6665) superava quella di Torino (4220 ab.); oggi conta 36 mila abitanti ed è un centro importante con eccellenze e qualità. I problemi sono gli stessi che accompagnano la vita della vicina Torino.

La dimensione sociale, culturale, politica e soprattutto spirituale di Chieri affonda le sue radici in una dimensione di identità e condivisione. Il suo territorio (54,30 kmq.), percorso dal rio Tepice, affluente del torrente Banna (Po), è in parte collinoso e in parte piano, ma fertilissimo e molto ben coltivato, la campagna è dunque importante, come lo sono gli insediamenti industriali, il tessile in affanno soprattutto, oltre al terziario e il commercio. Nel suo intervento di apertura di questo fascicolo dedicato alla Visita pastorale dell’Arcivescovo il moderatore dell’Unità pastorale 59, don Stefano Votta, descrive una realtà vivace e ricca, che deve affrontare i problemi del nostro tempo: la crisi occupazionale, i giovani senza lavoro, l’emarginazione di anziani e malati, la corretta integrazione dei nuovi cittadini. Naturalmente le 13 parrocchie che accolgono altrettante comunità comprendono un’area che conta, oltre Chieri, le località di Andezeno, Marentino, Montaldo Torinese, Pavarolo, Riva presso Chieri, Rivalba, Sciolze, un nucleo di famiglie, storie, tradizioni, spiritualità che compongono un mosaico ricco e profondo che accoglierà con grande entusiasmo la Visita dell’Arcivescovo mons. Cesare Nosiglia da sabato 21 febbraio fino a domenica 12 aprile nel tempo di grazia e giubilo della Pasqua di Risurrezione.

Luca ROLANDI

Testo tratto da «La Voce del Popolo» del 15 febbraio 2015

 

condividi su