Mons. Nosiglia sull’episodio di violenza e razzismo alla Continassa

Dichiarazione dell’Arcivescovo sui tragici fatti di sabato 10 dicembre

Di seguito la dichiarazione di mons. Cesare Nosiglia sull’episodio di violenza e razzismo alla Continassa:
 
«Di fronte al grave episodio di intolleranza violenta e razzista che ha segnato la periferia di Torino mi sento umiliato e ferito, sia come cristiano, membro di una comunità che vanta nella sua storia la testimonianza dei Santi sociali, sia come cittadino di una città dove migliaia e migliaia di persone operano ogni giorno con grande generosità e gratuità verso poveri, gli immigrati e gli stessi rom nei vari campi – come io stesso ho potuto constatare nel corso delle mie visite e dei miei incontri con loro.
 
Episodi come questi ci sollecitano a un supplemento di impegno per non arrenderci. Dobbiamo continuare a educare alla legalità, all’accoglienza e al rispetto di tutte le comunità e le persone, anche quelle che hanno una cultura, una religione, un’etnia diverse dalla nostra; continuare a compiere gesti concreti che abbiano lo stile e il segno della civiltà e della ragionevolezza. Non è con l’intolleranza, con la divisione, con la violenza gratuita e immotivata che possiamo dare delle risposte al disagio e alla paura. Non è rinunciando alla ragione, ma cercando la verità dei fatti che riusciremo a superare i problemi e i conflitti che pure esistono.
 
È nei nostri rapporti quotidiani – con il vicino di casa, con il collega di lavoro, a scuola – che siamo chiamati a testimoniare questi valori di rispetto e accoglienza. I comportamenti come quelli dei giorni scorsi riportano la nostra società indietro di secoli, ci allontanano da quella «cultura» cristiana e civile del nostro popolo che faticosamente, ma con fiducia dobbiamo continuare a costruire insieme a tutti gli uomini e le donne di buona volontà. Il Natale che ci prepariamo a celebrare ricorda, anche a chi non crede, che Gesù nasce povero e straniero. E però la sua parola, la sua stessa vita sono diventati un messaggio universale di fraternità!
 
Mi auguro e chiedo che queste famiglie, rimaste senza un luogo dove abitare e senza tante delle povere ma importanti cose che avevano con sé, possano trovare una soluzione alle loro concrete e urgenti necessità, con l’impegno delle comunità cristiane del territorio, delle istituzioni, di Migrantes e della Caritas, delle associazioni impegnate in questo settore e di ogni cittadino sensibile alle necessità del suo prossimo».
 
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