Sentenza di Grosseto: mons. Nosiglia rilancia la dichiarazione della Cei

Il Vicepresidente Cei sulla trascrizione, nei registri del Comune, di un matrimonio tra persone dello stesso sesso

L’Arcivescovo di Torino e vicepresidente della Cei intende segnalare, anche nell’ambito del territorio torinese, la dichiarazione della Presidenza della Conferenza episcopale italiana rilasciata oggi a Roma in merito alla sentenza del Tribunale di Grosseto. Si tratta di un provvedimento grave e carico di conseguenze, che, oltre al resto, non aiuta la crescita di quel confronto sereno che si sta avviando, anche a livello locale, tra le diverse posizioni che si esprimono intorno a questo problema.
 
Ecco la dichiarazione della Presidenza Cei:
La decisione con la quale il Tribunale di Grosseto ha disposto la trascrizione, nei registri di stato civile del Comune, di un matrimonio contratto all’estero fra persone dello stesso sesso suscita gravi interrogativi e non poche riserve.
 
Come Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana riteniamo che – al di là degli aspetti tecnici da approfondire adeguatamente in tutte le sedi competenti – sia doveroso da parte nostra sottolineare alcune questioni di fondo. Con tale decisione rischia di essere travolto uno dei pilastri fondamentali dell’istituto matrimoniale, radicato nella nostra tradizione culturale, riconosciuto e garantito nel nostro ordinamento costituzionale.
 
Il matrimonio è l’unione tra un uomo e una donna, che in forma pubblica si uniscono stabilmente, con un’apertura alla vita e all’educazione dei figli. Il tentativo di negare questa realtà per via giudiziaria rappresenta uno strappo, una pericolosa fuga in avanti di carattere fortemente ideologico. In tal modo perfino si riducono gli spazi per un confronto aperto e leale tra le diverse visioni che abitano la nostra società plurale.
 
Roma, 10 aprile 2014
 
condividi su