UP 18 – Una periferia vitale e in ascolto

Torino è una città che cambia e si trasforma. Nel suo aspetto urbano, ma soprattutto nella sua composizione sociale, ovvero umana. L’Arcivescovo inizia la Visita pastorale nell’Up 18, in un territorio abitato da una comunità ricca e articolata che si estende in una vasta area del quartiere di Mirafiori Nord. Si tratta di una comunità significativa in quel lembo di metropoli che si estende nella zona sud: sulla direttrice di corso Siracusa e via Guido Reni. In quell’area cresciuta negli anni Cinquanta e Sessanta, sotto l’onda d’urto dell’immigrazione e delle necessità occupazionali imponenti e frenetiche della grande fabbrica di automobili, si è sviluppata e modificato uno scenario sociale, tra edilizia popolare nell’ex quartiere fabbrica, in grado di integrare i nuovi residenti, superando le difficoltà, che ogni epoca si sono presentate. Torino è sempre stata una città d’avanguardia nell’intuire i passaggi e i cambiamenti e la comunità ecclesiale è sempre stata pronta a rispondere alle forme vecchie e nuove, di disagio, povertà e sofferenza. Mirafiori Nord è un quartiere simbolo dell’identità torinese; rappresenta la vecchia città industriale e operaia, con una forte presenza delle istituzioni pubbliche, i corpi intermedi e le realtà sociali. Un passato di grande dignità e partecipazione che, in forme nuove si è riproposto anche nel presente.

L’identità storica così coinvolgente non è stata ancora completamente sostituita da nuovi scenari sociali, ma nei termini di postindustriale, multietnica e plurale si può definire un comune denominatore. Consumi (uno dei più grandi centri commerciali della città e vicino ai suoi confini) e bisogni, esistenziali e materiali. In fondo si addice bene al quartiere la proposta di Papa Francesco che parla di Chiesa in uscita verso le periferie che sono centro della vita. Che cosa è oggi Mirafiori? Si domandavano i ricercatori della Fondazione Olivetti, divenuta più tardi materiale di approfondimento del progetto Urban 2. Dal trionfo della moltitudine alle storie piccole e grandi, nelle quali persone e famiglie diventano protagoniste di una vita comune e integrata. Tanto è stato fatto per ricostruire la memoria del quartiere e darne un significativo futuro. Basti pensare al recupero della Cascina Giaione e di aree industriali o rurali divenute centri civici o al lavoro del complesso scolastico, in particolare la scuola media «Alvaro-Modigliani» che ha messo in pratica il progetto «Adotta un monumento».

L’attuale territorio ecclesiale e civile accoglierà mons. Cesare Nosiglia in un programma di celebrazioni e incontri, molto ricco e denso di significato. Le comunità si presentano non più in un contesto di monocultura industriale e i nuclei famigliari che abitano la zona nord di Mirafiori hanno una composizione sociale multiforme. Il territorio dell’Unità Pastorale si estende nell’ordinario incedere delle comunità di Sant’Ignazio, Nome di Maria, Maria Madre di Misericordia e la chiesa succursale di Sant’Antonio. Sicuramente singolare e caratteristica è la realtà di Città Giardino, che intorno alla parrocchia e al plesso scolastico che comprende scuola materna, elementare e media, ha una conformazione aggregativa importante. Diverso invece è il contesto dove operano e vivono la loro azione pastorale le comunità di Sant’Ignazio e di Maria Madre di Misericordia, quest’ultima vicino al Santuario di Santa Rita. Il moderatore don Quintino Andreis ricorda come «nella nostra Up il clima di amicizia tra sacerdoti, diaconi ed equipe è molto cordiale e costruttivo. In particolare, per la configurazione del territorio, il livello di collaborazione, in alcuni settori pastorali, risulta più stretto tra le due parrocchie S. Nome di Maria e S. Ignazio». I preti e i diaconi si incontrano regolarmente una volta al mese in un clima conviviale fraterno.

L’Equipe viene convocata con cadenza bimensile e almeno due sono gli incontri plenari durante l’anno. Sul piano delle iniziative comuni – ricordano ancora i parroci don Benito Rugolino (S. Nome), don Marco Prastaro (S. Ignazio) e don Quintino Andreis (Madre di Misericordia), sono diverse le proposte che confermano il comune sentiero cristiano di evangelizzazione e carità: ritiro spirituale per i ministri dell’Eucaristia, i convegni su temi specifici, pellegrinaggi quaresimali, il comune progetto per la Quaresima di Fraternità, la sensibilizzazione e il sostegno del Centro Aiuto alla Vita, i corsi di formazione con esperti in collaborazione con la diocesi, incontri di condivisione tra i settori (catechesi dell’iniziazione, battesimale e post battesimale, operatori liturgici), le celebrazioni penitenziali e infine, quest’anno, il pellegrinaggio per l’Ostensione della Sindone.

Luca ROLANDI

Testo tratto da «La Voce del Popolo» del 19 aprile 2015

 

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