«Shanghai: ultima speranza, ultima salvezza. Gli Ebrei a Shanghai negli anni delle leggi razziali», mostra e conferenza in Rettorato

mercoledì 24 Gennaio

Mercoledì 24 gennaio 2018, alle ore 17.30, nella Sala Principi d’Acaja (Cortile del Rettorato, via G. Verdi 8 a Torino), si tiene l’inaugurazione della Mostra ‘Shanghai: ultima speranza, ultima salvezza’, realizzata nell’ambito della Giornata della Memoria.

 

Per meglio delineare la storia della presenza ebraica a Shanghai, giovedì 25 gennaio, alle ore 18.00 nell’Aula Magna del Rettorato (via G. Verdi 8, Torino), il prof. Pan Guang terrà la conferenza (in inglese con traduzione simultanea) dal titolo ‘Gli Ebrei a Shanghai negli anni delle leggi razziali’.

 

La Mostra è organizzata dall’Istituto Confucio dell’Università di Torino, in collaborazione con il Center of Jewish Studies di Shanghai e lo Shanghai Jewish Refugees Museum, col patrocinio della Comunità Ebraica di Torino e della Città di Torino, con la cura scientifica del prof. Pan Guang della Shanghai Academy of Social Sciences e della prof.ssa Stefania Stafutti dell’Università di Torino. “Shanghai: ultima speranza, ultima salvezza. Gli Ebrei a Shanghai negli anni delle leggi razziali” presenta un capitolo poco noto della terribile vicenda della diaspora ebraica dopo la promulgazione delle leggi razziali, “quando per migliaia di Ebrei austriaci e tedeschi il nome di Shanghai era diventato un talismano capace di trasformare l’incubo delle loro esistenze in una speranza di salvezza.”

Attraverso una serie di immagini e di documenti viene descritta la vita a volte dura di una comunità che tuttavia ebbe sempre garantita – a Shanghai –  una condizione di sicurezza e di sostanziale incolumità, nonostante la presenza dell’invasore giapponese in città.

Questa “sicurezza” si basa su ragioni complesse che la Mostra mette in luce anche contestualizzando la presenza dei “rifugiati” all’interno della società degli “stranieri occidentali” che abitavano le concessioni e l’International Settlement della “Parigi d’oriente” nei primi decenni del XX secolo.

La Shanghai dei “rifugiati”, in verità, non si sovrapporrà con la Shanghai degli stranieri stabiliti nelle concessioni: interagirà con essa, ma, nel contempo, manterrà caratteristiche proprie, peraltro evidenziate anche dalla presenza di un “ghetto” e di una organizzazione della vita civile e sociale propria dei “rifugiati”, della quale molti di essi offrono testimonianza anche attraverso diari e racconti le cui pagine sono presentate nel percorso espositivo.

La Mostra costituisce anche una occasione per raccontare per brevi cenni la storia della presenza ebraica in Cina a partire da una antichità piuttosto remota. Gli Ebrei, infatti, costituiscono una comunità stabile, dotata di una Sinagoga per il culto già risalente al XII secolo, ma che certamente percorreva la Cina almeno a partire dall’VIII secolo, come testimoniano i documenti ritrovati nell’oasi centroasiatica di Dunhuang, nell’attuale provincia cinese del Gansu. Tale presenza è intimamente connessa con la vivacità dei traffici commerciali lungo la Via della Seta e si concentrerà in particolare nella città di Kaifeng. Ne dà testimonianza anche il grande Gesuita Matteo Ricci all’inizio del ‘600 e ne parla con dovizia di particolari, in una sua lunga lettera, il Gesuita piemontese, Giovanni Paolo Gozani (1659-1732).

Gli Ebrei a Kaifeng, per ragioni diverse andranno via via assimilandosi con la popolazione locale, senza tuttavia mai perdere del tutto memoria delle proprie origini e la loro storia si intreccia a volte con toni di leggenda nelle memorie della città. Essa fornirà addirittura ispirazione a Pearl SBuck (1892 – 1973), la scrittrice premio Nobel americana vissuta in Cina fino al 1934, che nel 1948 pubblicò “Peony”, storia di una fanciulla cinese al servizio di una importante famiglia locale di origine ebraica, gli Ezra.

 

Tra il XIX e il XX secolo anche la città di confine di Harbin vede insediarsi una comunità ebraica che, alla fine dell’Ottocento e soprattutto all’inizio del ‘900 trova qui modo di sfuggire al crescente antisemitismo e ai pogrom della Russia zarista. Ai Russi era stata affidata la costruzione della linea ferroviaria di confine che collegava Cina e Russia attraverso la Manciuria. C’è bisogno di manodopera e l’impero zarista garantisce una vita senza restrizione alcuna agli Ebrei che accettino di trasferirsi in quelle aree ignote e assai fredde. Harbin, che fiorisce in quegli anni, diventerà un punto di riferimento importante per gli Ebrei soprattutto negli anni della rivoluzione bolscevica e della prima guerra mondiale.

La Mostra accenna a questa importante presenza, per poi concentrarsi su Shanghai, giustamente chiamata “port of last resort” per parecchie decine di migliaia di Ebrei disperati in fuga dalla furia nazista.

 

Orari della mostra (25 gennaio – 10 febbraio 2018). Apertura:

da lunedì al venerdì ore 9.00 – 19.00

sabato 27 gennaio ore 9.00 – 19.00

sabato 3 e 10 febbraio ore 10.00 – 13.00

 

Info: segreteria@istitutoconfucio.torino.it – tel. 011.6703913

24/01/2018 17:30
24/01/2018 00:00
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