«Come stelle chiamate per nome», Notte dei Santi 2021

Appuntamento per i giovani domenica 31 ottobre 2021 al Planetario di Pino Torinese

«Come stelle chiamate per nome»: evoca gli astri del cielo l’edizione 2021 della Notte dei Santi, domenica 31 ottobre. L’appuntamento era a INFINI*TO, il Planetario di Torino, Museo dell’Astronomia e dello Spazio, dalle 20.30 alle 23, a Pino Torinese. L’Arcivescovo, mons. Cesare Nosiglia, ha invitato i giovani della nostra Diocesi a ritrovarsi nuovamente insieme, per riscoprire la bellezza del cielo e ridestare il desiderio della santità.

L’immagine dei Santi come stelle del cielo attraversa la Scrittura, dal profeta Daniele a San Paolo. «I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento; coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre» (Dan 12.3): per questo l’Apostolo ci esorta: «risplendete come astri nel mondo” (Fil 2,15).

La proposta della Notte dei Santi 2021 partiva dunque dalla contemplazione del mistero del cielo stellato, segno e opera della mano di Dio, per risalire alla contemplazione di un altro cielo, quello della testimonianza dei Santi.

Il programma della serata prevedeva il ritrovo presso INFINI*TO, il Planetario di Torino, in via Osservatorio 30, a Pino Torinese, alle ore 20.30, per l’accredito (con necessaria presentazione del Green pass) e l’inizio della visita al Museo dell’Astronomia e dello Spazio, accompagnata da meditazioni spirituali tratte dall’Esortazione Apostolica «Gaudete et exultate», di Papa Francesco, sulla chiamata alla santità nel mondo contemporaneo. Alle 22.15 l’Arcivescovo ha presieduto la preghiera finale e consegnato il suo messaggio ai giovani, nel cammino di preparazione all’incontro europeo dei giovani di Taizé a Torino, dal 28 dicembre 2021 al 1º gennaio 2022.

Il percorso all’interno del Museo ha previsto anche uno spettacolo nel Planetario, che è «una sala di proiezione dedicata alla rappresentazione del Cielo.

In questo ambiente unico, ad alto contenuto tecnologico, la scienza dà spettacolo, mettendo in scena immagini emozionanti che, per quanto reali possano sembrare, sono ricostruite.

Per ottenere un’esperienza immersiva e bellissimi effetti tridimensionali, il Planetario combina due componenti fondamentali: un sistema di proiezione digitale, predisposto per rappresentare il cielo e i moti celesti, e uno schermo semisferico. Grazie a questa tecnologia e con l’impiego del Digital Universe, una base dati del cielo costruita sulle osservazioni dei maggiori telescopi da Terra e dallo spazio, è possibile sorvolare Sole e pianeti, seguire satelliti e sonde spaziali, avvicinarsi ad ammassi stellari e galassie lontane, andare virtualmente a “spasso” per il cosmo e viaggiare nel tempo fino all’inizio del Big Bang».

Le suggestioni non sono giunte soltanto dalle stelle dell’universo, ma anche da un’altra esperienza di cielo: quella di Dante Alighieri, nel settecentesimo anniversario della morte. Egli infatti ha inteso concludere l’Inferno (34, 139) con il celebre verso «E quindi uscimmo a riveder le stelle».

Il cuore è poi stato lanciato alla salita verso il monte del Purgatorio, che si chiude con questo verso (33, 145): «Puro e disposto a salire le stelle». Anche il Paradiso, infine, termina con un verso che richiama gli astri (33,145): «l’Amor che move il sole e l’altre stelle». Dove condurrà questo intreccio affascinante e potente, tra scienza, filosofia, teologia e poesia?

Perché noi tutti siamo… «Come stelle chiamate per nome»!

don Luca Ramello, direttore dell’Ufficio per la pastorale dei Giovani-

(da «LaVoceEilTempo» del 24 ottobre 2021)

LOCANDINA

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