Formazione del clero e dei laici: le prime attuazioni

Intervento di don Michele Roselli alla Convocazione diocesana del 9 giugno 2023

Situandomi sull’orizzonte tracciato dall’Arcivescovo nella sua introduzione, della presentazione di don Sandro circa la curia e di quella di don Mario sul territorio che seguirà, condivido la mappa della proposta di formazione dei laici e del clero.

Ciò che mi sta a cuore comunicare è che non si tratta soltanto di una serie di iniziative, ma di un modo di stare nella trasformazione che stiamo vivendo e che desideriamo sostenere ed accompagnare concretamente anche attraverso la formazione dei laici, dei diaconi e dei presbiteri.

Pure in questo caso, come già per le questioni riguardanti l’organizzazione e il funzionamento della curia, si tratta di prime attuazioni. Alcune sono nel segno della novità, altre in quello del consolidamento di dinamiche che raccogliamo dalla storia. Non esauriscono il tutto della formazione e vanno guardate in modo prospettico e graduale.

Procedo per punti, con il desiderio di essere ordinato nell’esposizione e di facilitare l’ascolto. Anche se, ovviamente, tutto sarà reso disponile sul sito e poi nelle sintesi del settimanale diocesano.

  1. La cornice

All’inizio dell’anno pastorale, sabato 30 settembre, è organizzata una mattina di avvio dell’anno a cui sono invitati i preti e diaconi.

A giugno 2024 prevediamo una convocazione diocesana, come quella che stiamo vivendo, aperta a tutti.

  1. La formazione dei futuri preti e dei diaconi

La formazione dei futuri presbiteri nel seminario maggiore è affidata, come sapete a don Giorgio Garrone, che è stato nominato rettore. La guida della comunità propedeutica è affidata a don Simone Sassi. Don Giorgio e don Simone lavoreranno in collegamento stretto tra di loro e con il padre spirituale don Giuseppe Zeppegno, con la Pastorale giovanile e quella vocazionale.

in collegamento stretto tra di loro e con la Pastorale giovanile e vocazionale.

L’incarico della formazione dei diaconi permanenti, degli aspiranti e dei già ordinati, è affidato, come abbiamo sentito, a don Claudio Baima Rughet.

Per ciò che riguarda la formazione specifica in questi due ambiti, dei futuri presbiteri e dei diaconi, don Giorgio, don Simone e don Claudio lavoreranno in stretta sinergia e in collegamento diretto con l’Arcivescovo, senza perdere di vista il raccordo con le altre proposte formative diocesane.

  1. La formazione permanente dei presbiteri

La formazione permanente dei presbiteri è affidata direttamente a me in collaborazione, come abbiamo sentito, con don Mario Aversano e don Gianni Mondino.

I primi passi nel ministero e l’uscita dal ministero attivo costituiscono tempi preziosi, ma delicati. Per questo motivo, abbiamo voluto mantenere un’attenzione specifica a queste due fasi.

a. La cura per il tempo dell’ingresso nel ministero

La proposta formativa specifica per i preti del primo quinquennio di ordinazione segue, nelle linee di fondo, la struttura degli ultimi anni: alcuni incontri residenziali di due giorni durante l’anno, un tempo di EESS insieme a gennaio 2024 e una settimana di viaggio formativo.

Agli esercizi spirituali e alla settimana residenziale sono invitati, come da tradizione, anche i preti dal sesto fino al decimo anno di ordinazione.

Pur onorando un’attenzione specifica alle dinamiche degli inizi del ministero si è valutato opportuno, alla luce delle profonde trasformazioni in atto, favorire un maggiore raccordo con le proposte di formazione permanente della restante parte di clero, per far crescere la conoscenza, il confronto e il collegamento tra le diverse generazioni del presbiterio diocesano.

b. La cura per il tempo di uscita dal ministero, per il clero anziano

In questo ambito, la proposta di accompagnamento e di formazione si costruirà in itinere, anche attraverso l’animazione e la valorizzazione delle case del clero, muovendo i passi possibili secondo criteri di flessibilità e di sostenibilità.

c. La cura permanente per la formazione dei presbiteri (e dei diaconi)

Ritiri spirituali di Avvento e di Quaresima per i preti e per i diaconi.
Continua la proposta di mattine di Ritiro in Avvento e in Quaresima per i presbiteri e per i diaconi. Le date sono fissate: il primo mercoledì di Avvento, il 6 dicembre, e il primo mercoledì di Quaresima dopo le Ceneri, il 21 febbraio 2024.

Giornate di spiritualità e fraternità per i preti
Proseguono, anche il prossimo anno, le giornate di spiritualità e fraternità per i preti. La proposta, che è stata una novità dell’anno anno pastorale che si sta concludendo, ha incontrato l’apprezzamento di molti: per la profondità dei contenuti offerti, per lo stile di comunicazione di Sabino Chialà e per la possibilità di condividere uno spazio di incontro e confronto, spirituale e personale, intorno alla nostra fede.
Nel prossimo anno pastorale, gli appuntamenti saranno 4 e si svolgeranno di martedì, in modo da farli coincidere, cronologicamente, con il secondo giorno delle residenze dei preti del primo quinquennio di ordinazione.

La Settimana di Spotorno
Dal 13 al 17 novembre si svolgerà la Settimana di formazione e aggiornamento del clero a Spotorno. Il motivo dello spostamento di calendario, da gennaio a novembre, sarà chiaro tra poco.
Il valore di questa tradizionale proposta formativa è riconosciuto e apprezzato da tanti. La possibilità di un tempo disteso e calmo per l’aggiornamento teologico, culturale e/o pastorale, nel contesto di una settimana di convivenza tra generazioni diverse di preti e nella cornice di un posto bello e ospitale, costituisce un tesoro di cui continuare a prendersi cura.
Probabilmente, in futuro, tenendo conto di quanto è emerso nel confronto del consiglio presbiterale, cercheremo anche altre forme e proposte da affiancare a questa. Si potrebbe pensare, ad esempio, alla possibilità di riproporre i temi della stessa settimana anche in un altro periodo dell’anno; oppure di rendere accessibile il contenuto, a livello territoriale, all’interno di dinamiche formative che si potrebbero organizzare e accompagnare. Infine, si potrebbe pensare, a un tempo di aggiornamento e nella forma di un viaggio.
Aldilà degli esempi, la varietà di proposte e di modalità dell’offerta formativa mirerebbe a fare in modo che ciascuno possa scegliere sì in base alle tematiche, ma anche considerando il proprio calendario e la modalità di proposta che sente più consona.

Il pellegrinaggio per i presbiteri della diocesi di Torino e Susa insieme all’Arcivescovo
Un’altra novità del prossimo anno è il pellegrinaggio a Gerusalemme per tutti i presbiteri della diocesi di Torino e Susa, insieme all’Arcivescovo, dal 5 al 9 febbraio 2024.
Questa proposta di viaggio coincide con il viaggio dei preti dei primi dieci anni di ordinazione. In questo modo diventa evidente che l’attenzione specifica per le fasi iniziali del ministero (parrocchiale) si intreccia con l’impegno a favorire occasioni di incontro tra generazioni diverse.

  1. L’istituto per la formazione

Nei prossimi mesi sarà eretto un Istituto per la formazione, unico per le diocesi di Torino e di Susa. Si affiancherà e collaborerà con gli uffici diocesanila curia nelle sue proposte formative, l’IDML, con la Facoltà Teologica e l’ISSR, con la formazione permanente del clero e con le parrocchie. Pone attenzione alla realtà religiosa e sociale del nostro territorio e alle esigenze delle comunità; favorisce e coordina itinerari di formazione condivisa tra presbiteri, religiosi e laici.

Don Paolo Tomatis è nominato direttore di questo istituto, in stretta collaborazione con me, vicario per la formazione e coadiuvato da un’équipe di formazione e discernimento.

La gradualità indicata dall’Arcivescovo vale anche in questo caso. In prospettiva, l’istituto diventerà il centro propulsore e coordinatore delle iniziative formative della diocesi.

In particolare, però, già a partire dal nuovo anno pastorale, saranno attivati itinerari di formazione per le nuove ministerialità istituite

  • di lettore
  • di accolito
  • di coordinatore dell’annuncio e della catechesi
  • di coordinatore delle attività caritative
  • di membro di équipe-guida di comunità senza la presenza stabile di presbitero

Non avremo fretta di istituire tanti. Partiremo discernendo, anche con l’aiuto di parroci e moderatori, persone che, di fatto, già vivono e praticano ministerialità simili, anche tra quelli che hanno frequentato precedenti percorsi formativi.

Non sarà necessario istituire tutti. La ricca e variegata palette di ministeri di fatto, presente nelle nostre comunità, non va perduta. La formazione di questi ministeri di fatto continuerà ad avvenire nelle comunità, anche attraverso l’aiuto delle proposte formative della curia e in futuro, sempre di più, da quelle dell’Istituto per la formazione.

Vorremmo che non si perdesse di vista che questi percorsi formativi per ministeri istituiti non hanno di mira la formazione degli operatori pastorali, ma quella di figure di coordinamento nei diversi ambiti.

La posta in gioco è elevata e delicata: ha a che fare con il discernimento e con la formazione dei candidati.

Il discernimento è un processo che richiederà

  • criteri chiari, trasparenza e concertazione di sguardi diversi: il Vescovo, l’équipe, i parroci e tramite loro le comunità, i candidati stessi …
  • di essere fatto non sulle persone, ma insieme a loro
  • di essere vissuto, non solo a monte dell’offerta formativa, ma anche durante e poi a valle, nell’esercizio concreto del ministero.

Dedicheremo tempo e cura a questo discernimento. E per questo motivo, il prossimo anno partiremo a novembre.

Nel frattempo, le comunità possono cominciare ad attivarsi per individuare alcuni candidati possibili alla ministerialità istituita. Persone che corrispondano a quanto ora brevemente indicato e che lo vivano nel giusto spirito di servizio ecclesiale. Meglio candidature della comunità che autocandidature!

Le caratteristiche di ogni ministero, (chi è, cosa fa, come lo fa), così come i criteri più precisi per il discernimento, saranno condivisi e resi pubblici a breve.

Per ciò che attiene al percorso formativo, esso avrà la durata di due anni: 8 moduli il primo anno e 8 moduli il secondo. In ogni anno, 4 moduli formativi saranno comuni e 4 più specialistici. Avverrà in presenza in alcuni momenti dell’anno – a inizio cammino, a metà e alla fine dell’anno pastorale – e online in altri.  Questa scelta mira a favorire la formazione comune tra le due diocesi e a rendere possibile la partecipazione alle comunità più lontane.

Oltre alla necessaria competenza teologica mirerà, attraverso lezioni, laboratori e tirocini, ad offrire anche competenze pratiche di lettura e discernimento dei processi in atto, di progettazione e programmazione, di lavoro in équipe.

Richiamo ciò che dicevo all’inizio. Ciò che vorremmo, attraverso l’avvio e la continuazione dei processi formativi che ho presentato, è sostenere ed accompagnare la trasformazione che stiamo vivendo. Con la “certezza di vivere il mistero e la missione della Chiesa sotto il segno di ciò che comincia e di ciò che cresce, e non soltanto di ciò che sopravvive o di ciò che dovrebbe essere mantenuto a ogni costo”[1]

Torino, 9 giugno 2023

Don Michele ROSELLI
Vicario episcopale per la formazione

[1] C. DAGENS, Libera e presente. La Chiesa nella società secolarizzata, Edizioni Dehoniane, Bologna 2009, 70.

NOMINA del direttore dell’Istituto per la Formazione
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