Giornata mondiale del Rifugiato: manifestazione pubblica sui temi dell’accoglienza

Martedì 23 giugno 2015 tavola rotonda al Teatro Gobetti. L'intervento di mons. Cesare Nosiglia

In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, la Città di Torino, in collaborazione con realtà del Terzo settore, ha organizzato martedì 23 giugno 2015 dalle 17.30 al Teatro Gobetti (via Rossini 8) una manifestazione pubblica sui temi dell’accoglienza e dei percorsi di inclusione e accompagnamento sul territorio cittadino delle persone rifugiate.

Hanno partecipato alla tavola rotonda l’arcivescovo di Torino mons. Cesare Nosiglia (il testo del suo intervento nella sez. Documenti del sito), il vicesindaco Elide Tisi, il direttore della Pastorale dei Migranti Sergio Durando, la Cooperativa sociale Progetto Tenda e un gruppo di famiglie affidatarie volontarie. Presente anche il regista Daniele Gaglianone.

«Il fenomeno dell’immigrazione e dei rifugiati», ha detto l’Arcivescovo, «va affrontato a partire dal rispetto dovuto ad ogni persona, della sua dignità e delle sue esigenze di giustizia e comunque va sempre nel modo più umano e cristiano possibile, senza riserve, con spirito aperto e impegno di tutti».

«Il Papa», ha aggiunto, «ci ha caldamente esortato a non cedere mai a quella cultura dello scarto che emargina o ignora o addirittura rifiuta di prendere in considerazione le condizioni di vita di chi è in difficoltà, di chi chiede di essere salvaguardato nella sua dignità di persona e nei diritti di cui gode ogni altro cittadino».

«Qui non si tratta di mettere in ristrettezza noi per sollevare gli altri ma di fare uguaglianza», ha affermato mons. Nosiglia citando l’Apostolo Paolo. «Per il momento dunque la nostra abbondanza supplisca alla loro indigenza perché anche la loro abbondanza supplisca alla nostra indigenza e ci sia uguaglianza come sta scritto: colui che raccolse molto non abbondò e colui che raccolse poco non ebbe di meno (2 Corinti 8,13 ss)».

«Credo infine che anche su questo aspetto come su tanti altri occorre fare squadra, nel senso che da sola una realtà pure volenterosa non riesce ad affrontare con efficacia tutti i problemi connessi a questa situazione: occorre collegarsi e lavorare in rete».

E ha terminato ancora con le parole del Papa Francesco: «Coraggio! non significa rassegnatevi, ma al contrario: osate, siate coraggiosi, andate anche controcorrente se necessario, perché alla fine chi rischia nel nome di Dio e dell’uomo ottiene anche molto di più di quello che ha investito».

 

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