Lettera Pastorale: accoglienza e cammino per chi chiede il battesimo

Iniziative degli Uffici pastorali per accompagnare le famiglie a vivere in pienezza il dono di Dio

Un’immagine evocativa tra le parole appassionate della lettera pastorale dell’Arcivescovo «Devi nascere di nuovo» è una bimba voltata di spalle che guarda assorta una fontanella di piazza Castello. «L’acqua è un simbolo frequente dello Spirito», suggerisce la nota della Bibbia di Gerusalemme commentando il v. 5 del brano di Nicodemo: «Se uno non nasce da acqua e Spirito non può entrare nel regno di Dio».
 
Una bimba, dunque, non può che richiamare il caloroso invito che i Vescovi della Conferenza Episcopale del Piemonte e della Valle d’Aosta hanno confermato nel recente incontro di Armeno a occuparsi della pastorale 0-6 anni. Si promuove, a tal fine, la costituzione di un’équipe tra gli Uffici catechistico, della pastorale familiare, il servizio per il catecumenato, l’ufficio liturgico e della pastorale dei ragazzi. Il compito viene evidenziato da mons. Nosiglia al n. 11 della lettera: «promuovere nei distretti o nelle unità pastorali che lo desiderando (magari collegandosi insieme sul territorio) appositi percorsi di formazione di équipe di catechisti e di coppie accompagnatrici dei genitori che chiedono il Battesimo».
 
Si tratta di attivare nuove figure ministeriali, «dare vita a un’équipe composta in particolare da coppie di sposi che affianchino i genitori, o i gruppi di genitori, disponibili a svolgere nella propria casa un cammino di evangelizzazione sia prima che dopo il sacramento» (n. 9).
 
 
In ogni distretto
I vicari episcopali hanno a questo proposito aperto le porte di quattro sedi, una per ogni distretto, per ospitare nei prossimi mesi un percorso base di formazione per gli operatori battesimali, già sperimentato negli scorsi anni a Pianezza e Ciriè. In primavera il percorso avanzato – per quanti hanno già partecipato al corso base – vorrebbe far risuonare le corde della pastorale 0-6 anni per offrire un aiuto di prossimità negli anni che seguono il Battesimo, «momento bello ma anche complesso e faticoso per tanti problemi che si intrecciano con la crescita dei figli» (n. 22). La giornata per gli operatori liturgici sarà invece dedicata alla celebrazione del battesimo, «seguendo la prassi antica che ci ricorda come la catechesi debba farsi «per ritus et preces» (spiegando i riti liturgici e le preghiere)» (n. 16).
 
L’impegno profuso dagli uffici coinvolti intende declinarsi secondo uno stile di vita fortemente impregnato di accoglienza. È compito dei pastori e dei collaboratori della comunità «fare un tratto di strada insieme» alle famiglie che chiedono il sacramento del Battesimo per i loro figli. Vanno accompagnate con spirito materno in un cammino che le aiuti a incontrare Gesù (n. 13), lasciandosi interpellare dalle loro domande ed entrando nel loro vissuto, perché «è nel cuore della vita di ogni uomo che si rivela l’azione a volte misteriosa ma potente di Dio che precede sempre la sua Chiesa» (n. 16). È nello spirito dell’accoglienza che risuona un’espressione forte, da interpretare nel suo contesto in modo positivo e incoraggiante. A conclusione di un punto dedicato alle coppie e famiglie in difficoltà, l’Arcivescovo afferma che, qualunque sia la loro condizione di vita, «mai si dovrà rifiutare il Battesimo in quanto sacramento per la salvezza di cui il bambino ha diritto» (n. 18).
 
Accoglienza, priorità
Con ciò non si intende in alcun modo slegare il dono sacramentale dalle garanzie necessarie per offrire una fondata speranza circa la futura educazione cristiana dei bambini. La Lettera, infatti, afferma con chiarezza che per chi, pur potendo, ha fatto scelte diverse da quelle del sacramento del matrimonio (convivenza, matrimonio civile), vanno rispettati gli orientamenti della Chiesa in materia, che invitano, per quanto possibile, a sistemare al più presto la loro posizione e chiede che l’accoglienza non si riduca a condiscendenza, ma che i genitori accettino di camminare insieme alla Chiesa negli itinerari che preparano la celebrazione del sacramento. Ma risuona forte, nell’intento dell’Arcivescovo, l’esigenza di far sentire «l’affetto della comunità che li considera parte integrante di se stessa» per cui «nessuno si senta escluso o rifiutato», bensì invitato a ritrovare con coraggio e fiducia le scelte necessarie a dare stabilità alla propria unione e a garantire l’impegno dell’educazione cristiana dei figli.
 
La preoccupazione della Chiesa in materia di Battesimo è rivolta in modo diretto ed esplicito non solo ai genitori, ma anche ai piccoli, perché nessuno di loro sia privato di quel dono grande e necessario per la salvezza che ricevono nel Battesimo (Catechismo della Chiesa Cattolica, n.1257). Il Codice di Diritto Canonico afferma perentoriamente al can. 867 che «i genitori sono tenuti all’obbligo di provvedere che i bambini siano battezzati»; il can. 868 addirittura afferma che «un bambino di genitori cattolici e persino non cattolici in pericolo di morte è battezzato lecitamente anche contro la volontà dei genitori».
 
In conclusione, le parrocchie e le unità pastorali sono chiamate alla corresponsabilità, valorizzando le risorse presenti sul territorio: comunità religiose, associazioni laicali, scuole cattoliche. I cammini vanno studiati «insieme con i genitori e le famiglie», coinvolgendoli «per amicizia in una relazione che si fa percorso condiviso» (n. 15).
 
In un gruppo di lavoro ad Armeno una ragazza era preoccupata: «Dove andiamo a cercare i collaboratori?». La pastorale post battesimale è non solo un invito a considerare le famiglie soggetti attivi dell’educazione cristiana, ma pure un volano per coinvolgere figure adulte di accompagnatori, nella semplicità e nella comunione. «In famiglia la fede si narra e si vive»: non esitiamo a sperimentare percorsi valorizzando i genitori, con l’aiuto di coppie e famiglie cristiane disponibili a farsi accompagnatrici del loro cammino non solo religioso, ma umano e sociale. La verifica di questi tentativi non potrà che arricchire i momenti di formazione previsti nei vari distretti.
 
don Michele ROSELLI
don Andrea FONTANA
Coniugi ODERDA
don Alessandro MARINO
don Luca RAMELLO
don Paolo TOMATIS
Testo tratto da «La Voce del Popolo» del 7 ottobre 2012
 
condividi su