Per la diocesi il dono di un nuovo prete

Sabato 14 giugno 2025 alle 10.30 in Cattedrale l’ordinazione di Guglielmo Besselva per le mani del card. Repole

Sabato 𝟭𝟰 𝗴𝗶𝘂𝗴𝗻𝗼 2025 alle 10.30, presso la Cattedrale di Torino, il card. Roberto Repole, arcivescovo di Torino e vescovo di Susa, ha presieduto la S. Messa per l’ordinazione presbiterale del diacono transeunte Guglielmo Besselva (TESTO DELL’OMELIA).

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Guglielmo ha ricevuto l’ordinazione diaconale il 17 novembre 2024 sempre per le mani dell’Arcivescovo.

La comunità diocesana si unisce nella gioia e nella preghiera fraterna per il dono di questo nuovo sacerdote.

PROFILO BIOGRAFICO

Di seguito un ritratto biografico di Guglielmo a cura di don Giorgio Garrone, rettore del Seminario di Torino:

«Giunto all’età di 38 anni, il diacono transeunte Guglielmo il prossimo 14 giugno alle 10, presso la nostra Cattedrale, attraverso l’imposizione delle mani dell’arcivescovo Roberto, riceverà l’ordinazione presbiterale. La citazione tratta dal Vangelo di Matteo 11,28-30, ha illuminato e caratterizzato il suo percorso e la sincera ricerca del Signore che lo ha condotto fino a questo giorno.

Nato e cresciuto nella frazione Giuè, a pochi chilometri dal centro di Giaveno, battezzato nella chiesa di San Giacomo all’Indiritto di Coazze dall’amico di famiglia e allora parroco, don Giovanni Gili, ha ricevuto la prima formazione catechistica presso la parrocchia di Santa Maria del Pino in Coazze.

In questo ambiente di vita, caratterizzato dall’austera bellezza di quelle montagne, Guglielmo ha imparato fin da bambino, a contatto con una natura poco antropizzata, a contemplare. Ha potuto contemplare il verde intenso dei prati, la solidità degli alberi secolari, la freschezza donata dai boschi nei giorni della calura estiva, il rumore senza suono delle foglie che cadono e della neve che, mentre scende, ricama di luce ogni ambiente. Ha imparato a contemplare i volti amati delle persone che hanno avuto cura della sua vita e della sua fede: i genitori, le suore del Cottolengo incontrate all’asilo, i preti e le persone a servizio di quelle piccole comunità cristiane dell’Indiritto di Coazze e di Forno di Coazze. Comunità piccole nei numeri e forti nel testimoniare una fede operosa, concreta, senza retorica.

Un pellegrinaggio a Medjugorje, compiuto all’età di 16 anni, segna il passaggio. Da quella esperienza Guglielmo torna con la consapevolezza che tutto ciò che ha contemplato nei primi anni di vita ha una sorgente, non viene da un indefinito nulla, ma si rivela come Presenza viva. Attraverso la potente intercessione della Vergine, il suo cuore comincia ad ardere e a stento prova a soffocare una voce che lo chiama a scelte importanti, anche definitive. Non era ancora il tempo per un sì pieno a Dio, alla sua volontà. Da quella prima esperienza del Signore, ne seguiranno molte altre, segnate da alti e bassi, fughe e ritorni uniti in una sola costante, in un desiderio crescente di dare la vita a Colui che ha dato se stesso per noi.

L’esperienza con i monaci di San Paolo Eremita presso il Santuario della Nostra Signora di Lourdes al Selvaggio, l’ingresso nel mondo del lavoro, prima come camionista e poi come pasticcere, danno forma al cristiano maturo che conduce una vita buona e ordinaria. Ma ciò che non si spegne è la sete, il desiderio di rispondere a quella voce ferma e sommessa, mai del tutto sopita, raccolta in una sola domanda: cosa posso fare per Lui che tanto ha fatto per me?

L’immagine del giogo portato con Gesù trova oggi la risposta. Al termine del tempo di formazione vissuto presso il nostro Seminario, Guglielmo sa di poter rispondere a questo invito con un sì definitivo, tanto consapevole dei suoi limiti, quanto desideroso di essere “con-giunto” al giogo del Signore, mite e umile di cuore. Preghiamo e pregheremo, affinché Dio porti a compimento l’opera iniziata in lui».

don Giorgio GARRONE, rettore del Seminario di Torino su “La Voce E il Tempo” dell’8 giugno 2025

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