Sabato 10 dicembre 2016

Link alla Liturgia del giorno.

 

Nella scena della Trasfigurazione Gesù si presenta ai tre discepoli prediletti avendo ai lati Elia e Mosè. Dall’incontro deve emanare un benessere sconosciuto, che fa proporre a Pietro di «costruire tre tende», per prolungare indefinitamente la bellezza di quel momento. E davvero l’immagine del «corpo glorioso» del Signore con i profeti apre il nostro sguardo, fisico e ancor più interiore, sul mistero della condizione del corpo (così come, in un contesto ben diverso, accade con la Sindone). Non per niente il «quadro più bello del mondo», la Trasfigurazione incompiuta di Raffaello, racconta questa storia, e non altre.

 

Il richiamo ad Elia, nella liturgia di oggi, sembra ricordare che mai nella storia – antica come cristiana – sono mancati i «segni», le persone, i «giusti» che hanno testimoniato come il Signore accompagni in ogni momento la nostra vita. Ma raramente i segni vengono compresi, quasi mai i profeti vengono ascoltati e accettati. Anche il segno più grande, Giovanni Battista, non è stato accolto.

 

Marco Bonatti

marco.bonatti@sindone.org

condividi su