XXVII Giornata Caritas diocesana: «Osare misericordia. Accolti accogliamo»

Sabato 5 marzo 2016, dalle 8.30 alle 13, presso il Teatro Grande Valdocco a Torino

Sabato 5 marzo 2016, dalle 8.30 alle 13, presso il Teatro Grande Valdocco di via Sassari 28/B a Torino, si è svolta la XXVII Giornata Caritas, momento di riflessione ed approfondimento sul cammino della vita di carità nella comunità ecclesiale diocesana.

L’edizione 2016 si incentrava sul richiamo forte che Papa Francesco ha consegnato alla Diocesi venendo in visita pastorale nell’estate 2015: «Osate, siate coraggiosi!». Non un procedere superficiale e sconsiderato, ma convinta risposta al mandato di Gesù a farsi attenti alle periferie e alla varia umanità che interpella ciascun cristiano.

Osare, che è manifestare la Misericordia di Dio, soprattutto attraverso le opere che quella stessa Misericordia realizza attraverso di noi. I segni dei tempi ci suggeriscono di provare a declinare tale prospettiva sul versante dell’accoglienza. La situazione dei profughi, i bisogni delle persone senza tetto, le necessità delle famiglie sfrattate, ma anche i problemi degli anziani soli, dei papà e delle mamme separate, la solitudine di bimbi con famiglie sfaldate alle spalle, l’abbandono delle donne abusate, il rifiuto dei carcerati o delle persone con storie di dipendenza alle spalle ci dicono che l’accoglienza è un veicolo grande per manifestare misericordia. E molte iniziative sorte negli ultimi anni nella nostra Chiesa ne sono chiara dimostrazione. Ecco da dove deriva il tema: «Osare misericordia. Accolti accogliamo».

La XXVII Giornata Caritas voleva aiutare ad entrare meglio dentro alla logica di una misericordia che si fa opera ed osa farsi tale, nonostante le fatiche e la crisi. Ha aiutato a farlo attraverso la luce della Parola di Dio (commentata da un giovane sacerdote della fraternità del Ser.Mi.G.) e la saggezza dell’Arcivescovo (in allegato il testo del suo intervento), ma anche grazie alle esperienze che alcuni fratelli e sorelle, famiglie o comunità parrocchiali stanno vivendo. Con estrema franchezza, ma anche cercando di uscire dai luoghi comuni e dalle prassi di una accoglienza solo “corporale” e poco “spirituale” – ben diversa dalla prospettiva che le 14 opere di misericordia ci hanno insegnato.

Si è riflettuto sulla capacità di accogliere più che sulle accoglienze, più sugli atteggiamenti che sui servizi, più sulle prospettive che sulla storia passata. Per questo il convegno poteve essere utile anche a operatori pastorali che non si interessano direttamente al tema “carità”.

La diocesi subalpina è particolarmente attiva sul versante dell’aiuto emergenziale ai migranti, con circa duecento famiglie che si son date disponibili all’ospitalità in casa, una trentina le comunità parrocchiali attive sul tema, alcune comunità religiose – in prima fila i Salesiani di don Bosco – che hanno dato vita a reti di accoglienza. Ma sono presenti sforzi anche per l’accoglienza temporanea delle famiglie sfrattate (oltre 200 nuclei ospitati in meno di due anni), l’accoglienza notturna di persone senza dimora (una trentina di persone durante l’inverno 2015-16), l’accoglienza continuativa di nuclei ad alto tasso di fragilità da parte di parrocchie e associazioni in locali ecclesiali.

 

Attraverso l’apporto di alcune esperienze di accoglienza di persone in povertà, bambini abbandonati e donne vittime di tratta sono state messe a tema “gioie e dolori” che l’ospitalità comporta, non solo in riferimento alla presenza di migranti forzati, ma anche riguardo altre fasce fragili della popolazione. E’ stata proposta anche l’esperienza di accoglienza di un albanese presso una parrocchia fiorentina, così come portata alcuni mesi fa direttamente al Santo Padre. Proprio da Papa Francesco è tratto il titolo e l’invito ad osare.

 SONO INTERVENUTI:

-don Andrea BISACCHI, membro della fraternità del Ser.Mi.G. e da pochi mesi ordinato sacerdote,

-Ivan ANDREIS, responsabile dell’area animazione di Caritas Torino,

-Paolo GRISERI, giornalista de «La Repubblica»,

-don Giovanni ISONNI, parroco a Rivoli,

-Piera DABBENE, responsabile della Casa dell’affidamento della Città di Torino,

-Mirta DA PRA POCCHIESA, responsabile area vittime tratta del Gruppo Abele,

-Pierluigi DOVIS, direttore Caritas diocesana Torino.

Sarà presente un folto gruppo di giovani – alla sua prima uscita pubblica – cui è stata affidata l’animazione “vocale” della mattinata.

 

Per qualsiasi necessità o ulteriore chiarimento: caritas@diocesi.torino.it, telefono 011.5156350 (solo al mattino nei giorni feriali).

 

In allegato la locandina con il programma dettagliato e l’intervento dell’Arcivescovo.

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