Il Sinodo in Diocesi/7: confronto sinodale tra i volontari Caritas

Focus group i 22 e 26 febbraio 2022 a partire da 5 domande

Anche la Caritas diocesana ha avviato il suo percorso sinodale: un lavoro capillare che si è svolto in tempi stretti tra il 22 e il 26 febbraio 2022, ma frutto di una articolata e ponderata riflessione. Un lavoro che verrà «restituito» in occasione della Giornata Caritas del 26 marzo e che, al di là dell’obiettivo sinodale, resterà come materiale – aspetto che tanti gruppi sinodali stanno valutando positivamente – utile per approfondire le dinamiche e le sfide che oggi i volontari Caritas si trovano ad affrontare, dopo il tempo della pandemia, in un momento segnato da forti difficoltà economiche e smarrimento, in cui l’aiuto è sempre più questione di vicinanza, relazione, capacità di cogliere e interpretare il disagio per individuare nuovi percorsi di uscita.

«Abbiamo suddiviso la diocesi», spiega Antonella Di Fabio, dell’Osservatorio delle Povertà e delle Risorse della Caritas di Torino che ha lavorato affiancata da Ivan Andreis, responsabile della formazione di Caritas Torino, «in 6 focus group, 5 erano composti dai volontari – una cinquantina – dei centri d’ascolto e dei gruppi parrocchiali Caritas suddivisi per zone di appartenenza, uno dalle persone – una decina – che beneficiano del servizio dei volontari stessi». Ancora un gruppo costituito dall’équipe diocesana Caritas si confronterà nei prossimi giorni.

Nei gruppi, cinque le «domande sinodali» sottoposte alla riflessione: i volontari sono stati invitati ad individuare cosa oggi avvicina e cosa allontana dalla Chiesa, quali sono i bisogni che la Chiesa intercetta e ai quali sa dare risposta, se la Chiesa è percepita come universale o escludente, se e come fa incontrare Cristo alla gente. «Come ultima ‘domanda’», prosegue la Di Fabio, «si è chiesto di individuare un’immagine che la parola Caritas evoca».

Tante e diversificate le riflessioni raccolte: «abbiamo registrato tutto per non perdere neanche una parola nel lavoro di sintesi e documentazione del nostro confronto». Tra le più comuni il valore attribuito alla testimonianza, alla coerenza di chi è – a vario titolo – parte della Chiesa. «Un testimone credibile avvicina, mentre i cattivi esempi di persone di Chiesa generano dissaffezione e critica generalizzata». Si percepisce nel mondo del volontariato Caritas il bisogno di sacerdoti che affianchino chi si impegna e di sacerdoti formati, emergono le fatiche nel coinvolgimento dei giovani.

«Complessivamente», conclude la Di Fabio, «è stato un lavoro apprezzato dai volontari, accolto con entusiasmo come occasione per confrontarsi e contribuire al cammino ecclesiale».

Federica BELLO (da «La Voce E il Tempo» del 6 marzo 2022)

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