Mons. Nosiglia: la mia preghiera e la mia benedizione a ospiti e operatori delle RSA

Lettera dell’Arcivescovo agli anziani e a chi li cura «in questo tempo di sofferenza e preoccupazione»

Pubblichiamo di seguito e in allegato la Lettera dell’arcivescovo di Torino e vescovo di Susa, mons. Cesare Nosiglia, agli anziani ospiti ed operatori sociosanitari delle case di riposo e di cura, 9 maggio 2020.

«Cari amici delle case di riposo e di cura di Torino e Val Susa,

desidero portarvi il mio saluto, la mia preghiera e la mia benedizione in questo tempo di grave sofferenza e preoccupazione che suscita nel vostro cuore tristezza, a volte anche angoscia e paura. Vi assicuro che penso a voi spesso e vorrei tanto venire a trovarvi e portarvi la pace di Cristo e la certezza della sua vicinanza ogni giorno della vostra vita. Spero di poterlo fare durante l’estate in particolare per voi della diocesi di Susa, rinnovando come ogni anno la visita alle case di cura e di riposo in occasione della novena della Madonna del Rocciamelone.

Sì, non perdiamo mai la serenità del cuore e la speranza di superare questa pandemia e, se le prospettive a volte sembrano dolorose, ricordiamoci di quanto ha sofferto Gesu’ ma non ha mai dubitato dell’amore del Padre suo. La nostra vita lo sappiamo è nelle mani di Dio e lui vede qual è il nostro vero bene e ci ama profondamente, per cui non temiamo e affidiamoci alla sua misericordia di Padre e amico.

Desidero anche ringraziare tutti i medici, assistenti religiosi, cappellani e operatori sanitari e volontari che si prodigano per alleviare le vostre pene e vi sono vicini per sostenervi non solo con le opportune medicine e terapie necessarie, ma con l’amicizia e la fraternità che esprimono verso di voi e con voi. Anche per le vostre famiglie, con le quali in questo periodo, magari, non avete potuto intrattenere visite e contatti, ma che sono sempre legate a voi con affetto, rivolgo al Signore la mia preghiera perché possano assistervi con la loro vicinanza e amore.

A Maria Santissima Consolata e consolatrice patrona della Diocesi di Torino e alla Signora del Rocciamelone patrona della diocesi di Susa, chiediamo di avere il coraggio e la fede che ha avuto lei sotto la croce del suo Figlio nell’affrontare quella dolorosa situazione con grande umiltà e accoglienza della volontà del Padre. Canta una lode molto conosciuta della Chiesa: stava la madre addolorata sotto la croce del suo divin Figlio piangendo e il suo cuore era trafitto da una spada. Maria Santissima conosce e ha sperimentato dunque le sofferenze più dure che possano capitare a una madre. Essa continua anche oggi e per ciascuno dei suoi figli a partecipare alle nostre sofferenze e a donarci la forza di sostenerle e orientarle, come ha fatto lei, al volere del Signore, per ottenere la sua pace e dire il sì che ci permette di riscattare la nostra vita da ogni peccato, grazie alla fede e al dono della salvezza. Non dimentichiamo quanto ci ricorda l’apostolo Paolo: «Sono lieto delle sofferenze che sopporto e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo a favore del suo corpo». Certamente nulla manca alla passione del Signore, ma l’apostolo vuol dirci che anche le nostre pene hanno un grande valore per tutta la Chiesa e l’umanità.

A Te, madre dolcissima di Gesù e madre nostra Maria che onoriamo con i titoli di Consolata e Signora del Rocciamelone, rivolgiamo la supplica perché ogni giorno della nostra vita sia un passo in avanti che ci confermi nella beata speranza che il tuo Figlio Gesù ha promesso a quanti lo amano e lo seguono con la fede e l’amore che tu ci indichi e ci insegni. Amen».

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