In questo breve intervento vorrei riprendere il percorso fatto in questo anno e inserirlo nel cammino sinodale che sta coinvolgendo le chiese che sono in Italia.
La ricerca di germogli per la chiesa di domani, infatti, si inserisce pienamente nel cammino sinodale che le Chiese che sono in Italia stanno percorrendo, e lo fa nel rispetto e in sintonia con il momento molto particolare che la nostra diocesi sta vivendo, non potrebbe essere diversamente. Ci siamo inseriti nel cammino della Chiesa in Italia evidentemente non tanto perché abbiamo attivato quei “cantieri di Betania” che erano stati previsti per questo secondo anno della fase narrativa, ma perché guardando alla situazione specifica della nostra realtà diocesana, abbiamo individuato quei “cantieri” nei quali già si sta lavorando per costruire il futuro. Inoltre, il nostro sguardo si è posato sulla nostra chiesa diocesana a partire da alcuni criteri o indicatori, che erano trasversali alle questioni sulle quali i cantieri di Betania ci chiedevano di riflettere. Li ricordo brevemente: celebrazione e ascolto della Parola, fraternità, missionarietà, comunità multigenerazionali e ministeriali, legame tra Vangelo e le dimensioni della vita, scambio con la realtà diocesana e con il territorio. Una sintesi diocesana sarà inviata e pubblicata nei prossimi giorni.
Il cammino sinodale in Italia prosegue: si sta preparando la seconda fase, quella “sapienziale”, che si realizzerà nel prossimo anno pastorale 23-24. nella quale un comitato di esperti a livello centrale e le stesse diocesi a livello locale saranno invitati ad un discernimento su alcune tematiche composite (si sentirà parlare di “costellazioni tematiche”) che sono scaturite dalla consultazione complessiva dei primi due anni. Il discernimento che ci è richiesto ci condurrà alla successiva fase profetica nella quale si arriverà ad alcune scelte e a nuovi orientamenti.
Vedremo in quale forma, sempre considerando il percorso in atto nella nostra diocesi, potremo dare il nostro contributo.
Le tematiche, per grandi titoli, sono le seguenti:
- La missione, nella forma e nello stile della prossimità
- I linguaggi, la cultura, la proposta cristiana
- La formazione alla fede e alla vita
- La corresponsabilità, la ministerialità e gli organismi di partecipazione
- Le strutture materiali, amministrative, pastorali (gli eventi)
È stato approvato l’instrumentum laboris per la prima sessione del Sinodo sulla sinodalità che si terrà nel prossimo mese di ottobre. A livello universale si è verificata una grande sintonia sui temi, così come su quella tensione generativa tra il bisogno di una visione e la necessità di affrontare questioni molto concrete perché la forma sinodale sia realmente il modo di vivere la missione.
Ma riprendiamo ora le tappe del nostro percorso diocesano che ci ha portato fino a questa convocazione e che si è avviato con l’invito che l’Arcivescovo ha rivolto a tutta la diocesi nella sua lettera di un anno fa per un ripensamento della nostra presenza sul territorio come chiesa diocesana. Da qui è nata la proposta di vivere questo secondo anno della fase narrativa come lettura, appunto in forma sinodale, del nostro territorio in ottica di ciò che è generativo e promettente per il futuro della Chiesa e della missione.
Dopo l’incontro con il clero dell’ottobre scorso e gli altri incontri con i moderatori di UP, gli istituti di vita consacrata, la consulta delle aggregazioni laicali e i direttori di curia, si è avviato il lavoro nel territorio.
In questi mesi, i consigli diocesani pastorale e presbiterale, in parte in modo distinto e ciascuno secondo la prospettiva propria, ma anche con due incontri congiunti, hanno riflettuto sui processi che è opportuno siano messi in atto a riguardo di tre elementi fondanti e strutturanti la vita della comunità cristiana: l’ascolto della Parola, la celebrazione dell’Eucaristia e la fraternità in Cristo.
Un secondo incontro con i Moderatori di UP si è tenuto alla fine del mese di marzo con lo scopo di raccogliere ulteriori indicazioni sugli orientamenti futuri circa il ripensamento sia della presenza ecclesiale, sia della Curia diocesana perché possa rappresentare sempre di più un sostegno al lavoro sul territorio della diocesi.
Come è stato richiesto, a fine di gennaio (giorno più, giorno meno) il frutto dei tanti incontri che si sono tenuti nelle comunità e promossi dalle diverse realtà, parrocchiali e non, sono stati messi a disposizione della commissione.
La partecipazione è stata molto consistente: hanno offerto un contributo 52 UP su 54 e, in specifico, 297 parrocchie su 346 (pari all’85% del totale): un numero molto significativo se si considera che nel primo anno della fase narrativa meno di un terzo delle parrocchie si era coinvolto. Inoltre si sono attivate nella ricerca dei germogli 21 comunità di religiose o religiosi, 11 realtà associative, 12 gruppi laicali e 13 uffici di curia.
Circa le modalità di coinvolgimento delle persone, si sono registrate differenze significative quanto a numero di partecipanti e numero di incontri; in alcuni casi il coinvolgimento è stato pensato all’interno dei consigli pastorali o di organismi di coordinamento, in altri è stata chiamata a confronto la comunità nel suo insieme. In molti contributo la modalità di coinvolgimento non è stata raccontata.
Interessanti differenze anche nella comunicazione dei germogli identificati: alcuni presentati in maniera molto sintetica, altri in forma più analitica precisando questioni sottese e percorsi progettuali; in alcune situazioni si è proceduto ad una scelta tra i tanti germogli certamente emersi dall’ascolto nei gruppi, in altre non si è operato un discernimento.
Alcuni moderatori hanno accompagnato l’invio del contributo con considerazioni e riflessioni proprie o condivise con il clero dell’UP, oppure con l’offerta di elementi di analisi del territorio che potevano tornare utili alla lettura.
La commissione, dopo aver letto tutto il materiale che è arrivato dalle diverse realtà ecclesiali, ha individuato alcune “tendenze germoglio”, cioè dinamiche virtuose già in atto secondo i sei criteri che erano stati proposti e che ho ricordato. Alcune esperienze specifiche che sembravano incarnare queste tendenze virtuose sono state successivamente visitate o contattate per una conoscenza più approfondita degli obiettivi e dei contesti che le hanno promosse, delle evoluzioni avvenute nella loro storia e delle condizioni di fattibilità che le sostengono.
Delle dinamiche germoglio ci parlerà tra poco Alberto Riccadonna. Io vorrei ancora sottolineare ancora alcuni elementi che scaturiscono dalla lettura: numericamente parlando, buona parte dei contributi ha rispettato la consegna, ma in molti casi indicando come germogli quelle esperienze che ancora funzionano, anche se si percepisce la fatica di sostenerle; in altri sono state individuate come germogli non tanto le situazioni in atto, quanto i desiderata, interpretando la consegna della ricerca come “sarebbe un germoglio se facessimo …”. In generale possiamo rilevare una certa difficoltà a proiettarsi in un futuro diverso. In misura molto minore sono emerse indicazioni circa i “rami secchi” da tagliare. Invece possiamo dire che il genere letterario della “lamentazione” questa volta è stato davvero accantonato.
Questo si evidenzia nelle sintesi inviate che riportano non solo i germogli individuati, ma anche il valore dell’esperienza sinodale che si è vissuta: la bellezza di un ascolto reciproco autentico, l’opportunità di una riflessione condivisa su ciò che è vitale più che sui problemi, l’applicazione di un metodo di discernimento che, seppur faticoso per la poca dimestichezza nel seguirlo, ha dato i suoi frutti; infine l’importanza di sentirsi riattivati nel confronto, soprattutto dopo questi anni difficili.
In generale, possiamo affermare che questa consultazione abbia offerto l’opportunità di diventare più consapevoli della situazione attuale, non solo a chi aveva il compito di raccogliere il frutto della pratica sinodale, ma anche alle stesse persone coinvolte sul territorio. È stato un cammino che certamente vedrà ulteriori passi e approfondimenti, ma che ci consegna già alcuni elementi interessanti.
Torino, 9 giugno 2023
Morena Savian