Religioni unite nella preghiera per la pandemia

Giovedì 14 maggio 2020 l’iniziativa dell’Alto Comitato per la Fratellanza Umana

Giovedì 14 maggio 2020 una giornata di preghiera, digiuno e invocazione a Dio per l’umanità colpita dalla pandemia. L’iniziativa, alla quale aderisce Papa Francesco, è promossa dall’Alto Comitato per la Fratellanza umana, presieduto dal cardinale Miguel Angel Ayuso Guixot, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso. Un comunicato esorta «i fratelli che credono in Dio Creatore a dedicare nella giornata un momento di raccoglimento, affinché l’Altissimo guardi al mondo che affronta il grave pericolo del Covid-19 e perché preservi l’umanità, la aiuti a superare la pandemia, le restituisca la sicurezza, la stabilità, la salute e la prosperità e renda il nostro mondo, eliminata questa pandemia, più umano e fraterno».

Nel «Regina coeli» del 3 maggio Francesco aderisce all’iniziativa: «Poiché la preghiera è un valore universale, ho accolto la proposta affinché i credenti di tutte le religioni si uniscano spiritualmente in preghiera, digiuno e opere di carità, per implorare Dio di aiutare l’umanità a superare la pandemia. Tutti i credenti insieme, di diverse tradizioni pregano, digiunano, fanno opere di carità». E il cardinale Miguel Angel Ayuso Guixot nota che la pandemia «è un’opportunità per radicare nel nostro futuro il valore della fraternità e della coesistenza». Sull’adesione di numerose personalità – primo fra tutti António Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite – rimarca che «in quanto esseri umani siamo un’unica grande famiglia e quindi è bene che ci sia un momento di preghiera e solidarietà».

Bergoglio tutti giorni prega per la fine della pandemia: «Bisogna avere il coraggio di pregare e di credere nell’onnipotenza della preghiera». Prega «per gli uomini e le donne che lavorano nei mezzi di comunicazione. In questo tempo rischiano tanto e il lavoro è tanto. Che il Signore li aiuti in questo lavoro di trasmissione della verità». Esorta «a lasciarci illuminare da Gesù le tenebre che abbiamo dentro di noi, i vizi, lo spirito mondano, la superbia, perché la sua luce entri e ci salvi». Prega ancora per gli artisti: «Ho ricevuto una lettera di un gruppo di artisti che ringraziano per la preghiera che abbiamo fatto per loro. Chiedo al Signore che li benedica perché gli artisti ci fanno capire cosa è la bellezza, e senza il bello il Vangelo non si può capire».

Il 10 maggio, quinta domenica di Pasqua, lancia un nuovo appello all’Europa che vive con l’epidemia «uno dei momenti più drammatici dopo le guerre mondiali». Ricorda il 75° anniversario della fine della Seconda guerra mondiale con la capitolazione della Germania e il 70° della «Dichiarazione Schuman», che «ha ispirato il processo di integrazione europea, consentendo la riconciliazione dei popoli del continente e il lungo periodo di stabilità e di pace di cui beneficiamo. Chiediamo al Signore per l’Europa che cresca unita, in questa unità di fratellanza che fa crescere tutti i popoli nell’unità nella diversità». Non si stanca, il Pontefice, di pregare per gli infermieri e le infermiere, «uomini, donne, ragazzi e ragazze, che svolgono questa professione, che è più di una professione, è una vocazione, una dedizione. Che il Signore li benedica. In questo tempo hanno dato esempio di eroicità e alcuni hanno dato la vita». Afferma: «La pace di Gesù è un dono gratuito che apre agli altri e dona la speranza del Paradiso, che è la pace definitiva, mentre la pace del mondo è egoista, sterile, costosa e provvisoria

Anche il Coordinamento interconfessionale del Piemonte «Noi siamo con Voi» ha accolto l’appello dell’Alto Comitato per la Fratellanza Umana ad aderire alla giornata di preghiera, digiuno e opere di carità, indetta il 14 maggio.

L’Alto Comitato è composto dai capi religiosi che si ispirano al documento firmato da Papa Francesco e dal grande imam di al-Azhar, Ahmed al-Tayyeb il 4 febbraio 2019. «Pregheremo ad una sola voce, perché la fede preservi l’umanità», sottolinea il portavoce di «Noi siamo con Voi» Giampiero Leo, «la aiuti a superare l’epidemia, le restituisca la sicurezza, la stabilità, la salute e la prosperità, e renda il nostro mondo più umano e più fraterno. Un messaggio in centinaia di lingue per i fratelli, che credono nella forza della preghiera».

Giovedì 14 maggio le diverse confessioni religiose invitano «a riconoscere la dimensione spirituale e il valore universale che, come credenti, ma anche come persone di buona volontà, è possibile percepire in questo profondo sconvolgimento che il mondo conosce a causa della pandemia». «Ciascuno», prosegue Leo, «a prescindere dalla cultura, dalla situazione economica, dalla fede o dalla mancanza di fede religiosa, risente e sente l’immensità del grido dell’umanità sofferente, sommersa da ogni parte, angosciata e sconvolta. Nel nome di tutte le confessioni vogliamo riportare al centro delle priorità le esigenze dell’espressione di credo che, lo sappiamo, non sono secondarie a quelle di salute fisica. Dopo la pandemia, la quotidianità che ci aspetta sarà quella di una nuova consapevolezza. A chi teme che la nuova normalità consisterà nell’incertezza, nell’ansia e nella paura, noi proponiamo di ritrovare la fiducia nella preghiera, imparando a trattarci con più attenzione, con più cura e amore. Confidando molto anche nella graduale ripresa della pratica religiosa individuale e comunitaria nei rispettivi luoghi di culto».

In questo senso, nell’ambito dei gruppi e movimenti che prendono parte a «Noi siamo con voi», ha preso forma la proposta di dar vita ad una iniziativa di preghiera, che si svolge sulla base di turni di 24 ore su 24, per essere vicini a coloro che muoiono in solitudine. «Si tratta di un tipo di preghiera», conclude Leo, «presente nella tradizione monastica cattolica, ma che, forse per la prima volta, viene proposta in termini interreligiosi. Vi prenderebbero parte credenti delle diverse fedi, ciascuno secondo le sue modalità. Premesso che la diretta partecipazione è lasciata alla libertà degli individui e dei gruppi, riteniamo che questa iniziativa possa rappresentare un ulteriore fondamento spirituale del dialogo interreligioso».

(Testi tratto da «La Voce E il Tempo» del 17 maggio 2020)

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